Carl Schmitt
Saggi
a cura di Damiano Palano
Scholé
(pp. 128, euro 11.50)
I testi raccolti in questo volume scandiscono le tappe principali del dialogo intellettuale che Gianfranco Miglio intrattenne per molti anni con le ipotesi di Carl Schmitt. Benché rendesse sempre un sincero omaggio alle intuizioni del giurista tedesco, Miglio non nascose mai che il suo intento era superare i limiti oltre i quali Schmitt non aveva avuto l’ambizione di avventurarsi. Il suo obiettivo era infatti recidere definitivamente il residuo legame nostalgico con l’esperienza dello Stato moderno che aveva impedito al «grande vegliardo della politologia europea» di riconoscere il cuore oscuro e irrazionale dei fenomeni di aggregazione politica. In quel lungo confronto possiamo così riconoscere, oltre a una grande ammirazione, i segnali di una divergenza significativa. Ma anche per questo le pagine in cui, partendo da Schmitt, Miglio ambiva a procedere «oltre Schmitt», continuano a riproporci una serie di interrogativi fondamentali.
Gianfranco Miglio (1918-2001) fu per un trentennio, dal 1959 al 1989, preside della Facoltà di Scienze politiche dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, dove insegnò Storia delle dottrine politiche e Scienza della politica. Tra il 1992 e il 2001 fu senatore della Repubblica. Tra le sue opere principali, Le regolarità della politica (Giuffrè 1988) e Lezioni di politica (2 voll., il Mulino 2011). Nella collana “Orso blu” è già apparso il suo volume Guerra, pace, diritto (con un saggio di Massimo Cacciari, 2016). Per Morcelliana ha pubblicato Genesi e trasformazioni del termine-concetto ‘Stato’ (2007).
Damiano Palano è Direttore del Dipartimento di Scienze politiche dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, dove insegna Scienza politica e Teoria politica dell’età globale. Tra i suoi lavori più recenti: Partito (il Mulino 2013), La democrazia senza partiti (Vita e Pensiero 2015), Populismo (Bibliografica 2017), Il segreto del potere. Alla ricerca di un’ontologia del «politico» (Rubbettino 2018).
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